Uniti per la pelle

La risemantizzazione della parola ‘diverso’ da parte dei nazifascisti non è certo nuova. Fra i tanti, pure Casa Pound soleva all’inizio vantarsi di un’approccio “differenzialista”, così come non ci è nuovo l’antirazzismo dei fascisti.

Il “differenzialismo” fascista deriva da una semplice strategia di ammorbidimento del  messaggio xenofobo e razzista. Si tratta di concentrare l’attenzione sulla propria Identità piuttosto che su quella dell’Altro (costruzione del Nemico) e, nel contempo, etnicizzare lo straniero per cavalcare quello sguardo caritatevole e razzistamente positivo tipico di certa morale italiota. Attraverso l’anti anti-razzismo la vittima è poi la minorizzazata maggioranza bianca, middle class, cristiana, reazionaria doc, razzista.

Sta di fatto che l’esperimento Generazione Identitaria viene da oltralpe e lega il suo spirito beceramente razzista al raggruppameto nazifascita Bloc Identitaire. Grafiche nuove, simbolo memento dei gradi cameratisti o Lambda greca (che risulta più simbolo gay che dei Laecedemoni a cui pretendono di rifarsi), la Generazione Identitaria sovverte la lotta contro l’omologazione globale dei consumi (in senso anticapitalista) con la lotta a favore dell’omologazione delle pelli.

La differenza sta nella pelle secondo questi medievalotti del “ci rubano il lavoro!”. Ciò che invece respira nelle esperienze e nella mente resta accessorio: tutto è già scritto, a partire dalla loro ignoranza.