Come mistificare una problematica storica rendendo vuote le parole e i fatti che composero (e tutt’ora compongono) il cangiante fenomeno del fascismo?
Abusando della stessa parola ‘fascismo’, proponendola in discorsi e luoghi non pertinenti, stravolgendone il significato ora attribuito a questioni e problematiche che, per quanto legate alla feroce aggressività del capitale, nulla hanno a che fare con la questione identitaria, anzi. Franco Berardi Bifo scrive a proposito dell’antieuropeismo dilagante (nutrimento dei nuovi nazionalismi, localismi e fondamentalismi) in quest’ultimo numero di alfabeta2 “Nell’agonia d’Europa”:
“Questa guerra assumerà forme diverse: in Grecia larga parte delle forze di polizia e dell’esercito sono legate al partito nazista, e il nazionalismo antieuropeo potrà innescare la risposta di destra alla crescita di Syriza. in Spagna si scontreranno forze disgregative dello stato nazionale e reazione centralista nazionalista. Possiamo immaginare cosa possa accadere in Ungheria, in Romania, ma anche in Belgio, mentre ovunque si ripresenta il fantasma dell’odio antitedesco: ad Atene il giorno della visita di Angela Merkel gruppi di giovani bruciavano bandiere con la croce uncinata”.
Il capitale crea i nuovi disperati insomma, contro l’europa del capitale e in nome di uno stato più piccino. Corpi insieme costretti nelle piazze ma incapaci di condividere nela vita.