Dietro ogni trollata, la legge di Poe

15338611_1129757587079500_1610273321691341238_n“Il vero nazista vota Sì” firmato “Nazisti per il sì” è un manifesto affisso a Roma poco prima del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Che l’obiettivo sia quello di detournare i propositi del voto favorevole alla modifica della costituzione era cosa chiara a molti. Non a tutti però.

Il Sì di questi nazisti può sembrare chiaro nei suoi intenti ironici ma lascia spazio a troppe incertezze. I primi evidenti elementi, a cui segue l’acquila romana di ventennale memoria, sono un saluto romano accompagnato dal grande Sì.

Quando si detourna (o si trolla nel mondo 2.0) i rischi di imcomprensione sono molti. In strada come sui social la legge di Poe, che ricordiamo sostiene che «senza un emoticon sorridente o qualche altro chiaro segno di intenti umoristici, non è possibile creare una parodia del fondamentalismo in modo tale che qualcuno non la confonda con il vero fondamentalismo», la fa da padrona.

Se il mio messaggio è ambiguo e opaco, sarà sicuramente riservato ai pochi, o solo a quella parte, in grado di comprenderlo: che si tratti dei più ‘svegli’ la sostanza non cambia, si tratta sempre di una forma di esclusione.

Bisogna sempre tener conto di questa legge quando si usa l’ironia, il detournamento o il trollaggio. Il rischio aristocratico, elitario e fascista è proprio dietro l’angolo.