Lo abbiamo presentato in versione verde Lega.
Abbiamo accennato all’amore che Casa Pound prova per le figure identitarie e come chiunque (anche tu che leggi) possa essere dipinto come tale. Mettiamo fine allo spettacolino organizzato attorno alla figura del rivoluzionario sottolineando due elementi fondanti questi ossimori immaginifici.
I gruppi nazifascisti del dopoguerra riprendono l’immagine del Che come ponte verso le lotte che vanno dalla generazione del ’68 fino ad oggi. Si tratta di presentare quel “differenzialismo” razzista (contro la società “multirazzista” e per la “difesa dei Popoli”) in veste postcolonialista, ammicando alle lotte d’emancipazione del Sud America sempre in un ottica “antimperialista”. Quel tipo di “imperialismo” dove gli U.S.A. rappresentano il tentacolare sistema di soggiogamento internazionale da parte della lobby giudaico-massonica.
L’evocazione di personaggi appartenenti all’opposizione dell’America Latina non muore certo con Che Guevara. Oggi più che mai sarebbe significativo concentrarsi sull’immagine del presidente venezuelano Hugo Chavez da parte della propaganda bruna.
Con questo triste saccheggio vogliamo denunciare ancora una volta le continue mietiture di uomini e donne.
Ne va della nostra immaginazione.
Ecco un’altra misera produzione della brutalità culturale nazifascista: Casa Pound e l’amore per il rivoluzionario comunista Ernesto Che Guevara.
È per “la morte in combattimento” il morboso interesse dei sempiterni guerrieri neofascisti. E allora ci racconteranno ancora una volta che il Che era un umanista e le loro pure sono battaglie “sociali”; e poi che nella guerriglia contro l’Imperialismo americano si forgia l’uomo in eterno conflitto contro il meticciato, per la difesa dell’Identità. Per i neofascisti di Casa Pound questo Che difende cameratescamente i Popoli oppressi dagli Americani, non il proletariato, i più deboli e le vittime dello squilibrato assetto capitalista. Che Guevara si trasforma in un vero guerriero, che della lotta di classe apprezza lo slancio spirituale. Agli occhi dei pop-reazionari Che Guevara, più che un ortodosso, é insomma un marxista tradizionalista.
Da oggi inziamo a collezzionare il volto più noto della Rivoluzione cubana ad uso e consumo della destra identitaria.
Elemento già mitizzato nell’immaginifico socialista degli anni ’70 viene poi recuperato da gruppi come Terza Posizione per esprimere una tendenza favorevole ai processi di liberazione popolare dell’America latina in senso antimperialista. Quell’antimperialismo che, dietro al lavoro di mimesi, nasconde la tensione antiamericana in senso antisemita ed antiliberale propria dell’universo razzista, xnefobo, fascista e reazionario.
Oggi tocca al partito Lega Nord ed all’orribile Che Guevara tinto in verde, colore proprio (come specificheremo) del fascismo internazionale.
un noblogs sulla comunicazione identitaria