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Mangiatori di carogne

Il nuovo antisemitismo nutre ogni forma di nazionalismo.

Qui da noi alimenta i nazifascisti europei e i fondamentalisti della razza bianca, da sempre golosi di capri espiatori in primis l’ebreo attraverso la propaganda dei Savi di Sion (di volta in volta tinta con figurativizzazioni diverse), in Israele i nazionalisti sionisti, che oramai da anni trovano nell’antisemitismo due ragioni efficaci per la propria propaganda: essendo il sionismo un movimento laico (osteggiato dall’ebraismo ortodosso) trova nell’attribuzione del discorso religioso (sionismo = ebraismo) legittimazione sacrale alle stragi colonizzatrici in Palestina. Lo si spiega bene in quest’articolo di InfoAut.

Con la pretesa di esporre argomentazioni geopolitiche si confonde infatti società e istituzioni al governo. In questo modo ci guadagna la prospettiva fascista che, attraverso questi richiami pseudo-scientifci, spaccia analisi fondate sulla divisione statale e/o razziale.

Sembra utile ricordarlo ad alcuni compagni che prendono per buone le analisi di gruppi come Stato e Potenza: le razze non esistono!

Decostruendo nuovamente il vocabolario sadico e marcescente del nazifascismo internazionale ripetiamo che governo e istituzioni israeliane non corrispondono automaticamente ad ogni singolo individuo cittadino di quello stato, se così fosse prenderemmo per buona la fede d’assimilazione stato/cittadino-guerriero propria dell’organicismo fascista.

In secondo luogo non possiamo permetterci la novecentesca confusione fra cittadini e frange politiche, assunzione ideologica totalitaria propria di qualsiasi identitarismo: israeliano non significa automaticamente sionista guerrafondaio.

Ma sopratutto evitiamo l’imbarazzante idiozia di confondere l’attributo israeliano con la comunità ebraica, locale o internazionale che sia. Evitiamo le boutade patetiche e razziste di chi ha dimenticato il secolo scorso e l’orrore fascista.

Permettere al fascismo interiore di prevalere sulla ragione e l’empatia di una critica (a sinistra) è quantomeno da stronzi.

I risvolti tragici di un tale atteggiamento li osserviamo da un po’ di tempo nel loro crescere e diffondersi fra linguaggio e pratiche: l’aumento delle aggressioni razziste e antisemite, gli omicidi di Toulouse, gli insulti contro la comunità ebraica italiana e i cimiteri ebraici… Inoltre in questo modo si rafforzano i fascismi nelle comunità ebraiche. Perchè quindi chiedere un assunzione di responsabilità alla comunità ebraica italiana se non in vista di una kàtharsi maledettamente aristocratica, come se questa comunità fosse parte di un compatto monolite senza alcuna opposizione interna?

Per citare l’articolo di InfoAut: “Stiamo parlando del futuro prossimo legato alla vita di migliaia di persone in Palestina ed in Europa, per questo non si possono tollerare questi fenomeni quando riguardano gli stadi, per esempio, come “superficialità popolare” e pensare che chi fa una battuta antisemita e poi ci mette di fianco una affermazione filo-palestinese è magari solo una persona ignorante: questo è politicamente completamente e radicalmente sbagliato, su queste cose l’ignoranza non è ammessa e NON DEVE essere tollerata in alcun modo.”

Insomma sembra che il razzismo e l’antisemitismo fatichino a scomparire. D’altronde si sa, gli italiani son fascisti.