Il pugno in pugno

Lo strano saluto del neonazi Anders Bhering Breivik, cartuccia esplosa troppo presto in Norvegia, riconduce al diffuso e rapito elemento del pugno nella simbologia politica di sinistra.
Il saluto a pugno chiuso é simbolo plastico d’intimidazione creato nel 1924 dal dadaista John Heartfield come saluto d’ordinanza che, nei movimenti della sinistra rivoluzionaria, rappresenta l’unione dei lavoratori (fragili se divisi, come le dita di una mano) in grado di spezzare l’opposto saluto fascista. Negli anni a venire sarà diffuso come formula di riconoscimento e rivendicazione di lotta degli oppressi e, se adottato anche dal Black power negli anni ’60 (il pugno chiuso a capo chino), passerà anni più tardi ad uso e consumo del White power come simbolo camuffo per l’egemonia della razza bianca. Breivik, da buon identitario, non riconoscerà mai il tributo tramite il quale omaggia il movimento dei lavoratori e degli oppressi proprio perchè, da scimmione fascista, pensa che ogni cosa sia scaturigine di un’unica Tradizione direttamente connessa al suo eterno spirito.
Breivik usa il metodo Stanislavskij: imita per confondere, ma anche imita e si confonde.  Teatrino divelto.

2 commenti su “Il pugno in pugno”

  1. Per la verità Breivik è un neoconservatore,ammiratore di Churchill , di Israele e detesta i fascisti..eh poi inoltre è(era)un massone oltrechè nemico dell’Islam in quanto “nuovo fascismo” …e non ha manco da vedere con gli identitari,semmai era vicino all’Idl e agli occidentalisti che propagandano un’astratta superiorità culturale,politica e sociale della civiltà giudeoprotestante e anglosassone sul resto del mondo…

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