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Una linea su Catena Umana Attorno Al parlamento Italiano

Torniamo brevemente sul progetto Catena Umana Attorno Al Parlamento Italiano per due motivi: si tratta di un fenomeno emblematico e dai risvolti quantomeno ambigui.

Non siamo più scettici sulla natura di questo movimento 2.0. Appoggiato prima dai Forconi di Morsello e Ferro, in seguito difeso dalla redazione di Lo Sai (che chiede di “nominare anche il problema della sovranità monetaria perchè se cambia la casta ma l’emissione resta a debito, la situazione rimane invariata”) e composto da figuri legati ad una cultura nazicomplottara, risulta chiaramente affiliato ai camerati di Forza Nuova. Paradigmatico quindi dal momento in cui rivela il potenziale dell’ultradestra in rete.

Resta l’enigmatico motivo che ha spinto un partito con così poche forze (fisiche ed intellettuali) ad organizzare questa pseudo-protesta in contemporanea altre 11 manifestazioni in tutta Italia. Forza Nuova sperava veramente in una nostrana Madrid indignata su cui far germinare contenuti populisti e nazionalisti? O forse si trattava di una strategia ben più meschina?

Una volta lanciata attraverso il social più famoso una manifestazione chiaramente fallimentare (sul modello neoanarchico diffuso in mezza europa) si potrebbe ottenere, con l’opportuno ausilio della stampa mainstream, un reazione di sfiducia nei futuri possibili aggregati di contestazione. Troppo dietrologico? Allora lasciamo decantare la questione e, per il momento, accontentiamoci di osservare un piccolo gruppo di persone nei pressi del parlamento italiano con in testa lo slogan “Nè destra nè sinistra” e molte bandierine italiane. La sconfortante immagine non può che far rimbalzare la memoria sugli appelli al “Giovani Comunisti Uniamoci” e alla “Ricostruzione Nazionale” di questi giorni.

Giù la maschera fascisti!

Pochi i punti fermi, fra i vari: smascheriamoli! E nudizziamoli anche sul campo più riuscito del neofascismo contemporaneo: il social network.
Incredibile a dirsi ma il numero di pagine razziste, nazicomplottiste e qualunquiste (a destra) ha oramai raggiunto un traguardo incredibile. Alcuni movimenti antifascisti, refrattari al 2.0, non si interessano alla questione. Altre denunciano il problema e i suoi possibili effetti. Il dato preoccupante rimane infatti la ricaduta dell’informazionismo neofascista sul quotidiano: parole d’ordine, partiti “anticasta” regolarmente registrati, esperimenti e depistaggi movimentisti che prendono forma, per quanto marginale, nelle nostre città e durante le manifestazioni.
Dal web non si fugge. Controllato, alienante o fine a se stesso crea comunque un reale. Per questo abbiamo pensato, forse a torto, d’introdurre il nostro vaccino su facebook.
Che l’utopia ci perdoni!