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Catena Umana

La critica da parte dei nazionalismi alla Comunità Europea si è negli ultimi anni focalizzata sul Trattato di Lisbona, il quale sancirebbe la totale rinuncia alla Sovranità Nazionale da parte dei singoli paesi, abbandonandoli in questo modo in balia dei poteri forti. Allo stesso modo viene indicato nel Trattato di Velsen e nella costituzione dell’Eurogendfor un inaccettabile attacco alla Sovranità Militare.

L’Eurogendfor (qui delucidata dal signoraggista Marra) offre al nazicomplottismo l’impasto necessario per raccontarci la cospirazione del New World Order e della nascita di una nuova dittatura sovranazionale delle banche (dittatura finanziaria). Immagine del mondo, più volte citata, basata sulla costruzione di invisibili stanze dei bottoni che solo un atto di fede potrà contrastare.

Catena Umana attorno al parlamento è un compost di riaffermazione della sovranità militare e nazionale italiana.
Sovranità militare nel momento in cui attacca l’Eurogendfor, millantando il pericolo di un possibile scioglimento dell’arma dei carabinieri, e suggerisce che la sua creazione sia frutto di un complotto di massonica memoria.
Sovranità nazionale nel momento in cui l’antiparlamentarismo (fenomeno anticasta) assume i connotati del qualunquismo politico (nè destra nè sinistra) unito agli indignati proclami contro il mitico 1% ritradotto in salsa NWO (i politici come magma di inutili galoppini irresponsabili al soldo dello straniero). Si tratta di una retorica che non ha certo giovato alla costruzione di una alfabetizzazione politica per le nuove generazioni, tutte pronte a contrastare le dinamiche del capitale con la costruzione di fantasmagorici o riduttivi capri espiatori.

Ci troviamo davanti all’ennesimo movimentucolo nato dall’incultura virtuale, “de panza”, sincero a tratti: sfoggia infatti un’iconografia anarcoide tratta dall’immaginario anarchico ed antitotalitario di V di Alan Moore ma promette un nuovo luddismo più incline al revanscismo nazionalista che alla vendetta popolare.

Creazione di Forza Nuova, che per il 29 settembre 2012 ha forse deciso di rinforzare con orde di ingenui la sua presenza in tutta Italia, o iniziativa di pochi balordi in malafede poco importa. Alimenta comunque quel fiume di oblio e monoteismo antitetico alla costruzione di un reale movimento politico.

La colpa, che non va certo ricercata nella critica tecnofobica al 2.0 (nonostante, ammettiamo, l’invitante prospettiva), risiede piuttosto in quello spazio vuoto lasciato ora alla retorica qualunquista: più cresce, più il pericolo di una virata reazionaria si fa vicino.

Informarexdesistere

Un certo tipo di populismo 2.0 (contro la casta corrotta,  i banchieri pluto-giudaico-massoni, per l’ambiente e la libera informazione) efficace, non solo nell’informare, ma anche nel mobilitare, lo si intravide già nel NO-B DAY, del 5 dicembre 2009, quando, insieme ad altre note agenzie d’informazione 2.0, i vagiti del primo movimentismo virtuale nostrano attaccavano la punta di diamante della plasticosa penisola neoliberista. Avventura benpensante e malriuscita, aborto di una generazione reduce della sinistra europea più bieca, sempre più incline all’informazionismo piuttosto che alla costruzione di una vera cultura resistenziale.

InformareXResistere si inserisce a pieno titolo fra i probabili esperimenti d’infiltrazione mediatica del panorama criptofascista. Il suo implicito richiamo al “Né destra né sinistra” si fonda sul classico populismo anticasta come sui più manifesti sotterfugi del nazicomplottismo: scie chimiche, signoraggio, NWO. La lotta all’usura, alla corruzione politica e alla liberazione palestinese si associa a pieno titolo al processo di semitizzazione del nemico. I porci banchieri sono il solo nemico valido: che si stia lottando contro l’antropocentrismo o la società patriarcale, le notizie signoraggiste subissano sito e social di questa nota agenzia d’informazione.

Il suono dell’intero megafono si basa su di una semplice regola: intervallare notizie veridiche (comprovate o sottomesse a rigor d’analisi) ad articoli d’ispirazione più dietrologica e catastrofista. Tale pratica risponde normalmente all’intento di inserire nel vocabolario comune tratti semantici riferibili ad aree politiche reazionarie: si tratta di parole-simbolo che veicolano non solo un carico d’ignoranza obbligata rispetto a alcuni temi (come la questione economica risolta nel signoraggio), ma suggeriscono comportamenti fideistici, pronti a rafforzare quella retorica manichea fondata sullo scontro assoluto fra Potere Buono e Grande Male: un male fumoso, confuso e virale, pronto a corrompere lo spirito sano dell’Uomo Integrale.
Credere in questo misterioso Potere Oscuro significa ancora una volta formare l’Identità Unica contro cui molto del fascismo si plasma.

Abbiamo dunque a che fare con utili idioti o complottisti in malafede? In ogni caso si sa, la miseria del complottismo paga, in tempo di crisi.